Durante la settimana di aggiornamento ad Oriago, alla fine di giugno, l’AIE ha concluso il percorso triennale sull’euritmia pedagogica dalla III all’VIII.
Sono stati consegnati 15 diplomi da Donat Südhof, docente responsabile, e da Maria Enrica Torcianti, presidente di AIE.
Per la chiusura della settimana le euritmisti e gli euritmisti partecipanti hanno rappresentato la fiaba I sette corvi dei fratelli Grimm, con la regia di Elisabetta Fusconi, un Impromptu di Schubert e un Ragtime suonati da Stefania Visentin.
Il percorso di formazione sull’euritmia pedagogica si rivolge a euritmisti attivi nelle scuole Waldorf in Italia, proponendosi questi obiettivi:
– Insegnamento di:
– Elaborazione concettuale della presentazione e della motivazione dell’insegnamento dell’euritmia nelle scuole Waldorf
– Potenziamento dello scambio reciproco e della collaborazione delle euritmiste in loco
– Costituzione di una rete per l’organizzazione/attuazione di approfondimenti e aggiornamenti futuri all’interno dell’AIE.
Il corso prevede circa sei incontri di approfondimento di 2-3 giorni ciascuno, suddivisi nell’arco di tre anni. Il lavoro si svolge attraverso conferenze e colloqui, l’elaborazione e riflessione in comune di esercizi per la preparazione meditativa delle lezioni e la presentazione metodico-didattica di contenuti per le lezioni.
Ogni incontro è dedicato a una singola classe, di volta in volta con i seguenti contenuti:
La conclusione del ciclo triennale, con la consegna dei primi diplomi, è la conferma di una strada intrapresa anni fa e un sostegno per proseguirla.
L’euritmia aiuta il bambino a collegarsi pienamente con la terra. Gli sforzi che richiede sono molto grandi, come pure gli ostacoli che le si frappongono. Wolfgang Leonhardt, per lungo tempo medico scolastico a Pforzheim, approfondisce la necessità esistenziale dell’euritmia e auspica un alleggerimento nel lavoro degli insegnanti.
La nascita di un bambino è un evento che si svolge in due tempi. Dopo il parto, ne segue un secondo che chiamiamo “secondamento”, dove avviene l’espulsione della placenta e delle membrane. Negli ultimi decenni la fase di secondamento è stata sempre più al centro dell’interesse di una scienza spirituale dell’uomo e della natura. Si dimostra sempre più chiaramente, infatti, che tutta la formazione dell’embrione è guidata fin nei dettagli da questi organi che lo avvolgono e che, mentre cresce la sua autonomia, vanno riducendosi man mano fino alla nascita. Sappiamo dall’antroposofia che la placenta manifesta le forze formative superiori dell’io, l’entità cosmica superiore dell’essere umano. In tutte le antiche civiltà, e in parte ancor oggi presso le popolazioni primitive, lo si trova espresso in particolari usanze rituali legate al secondamento.