“Quando Franz Brentano saliva sulla cattedra e si sistemava sul podio, là vi era tutta la filosofia che di solito si poteva ammirare in lui, in quel suo modo colmo di spirito, che si poteva esprimere mediante concetti, descrivere con astrazioni, e questa filosofia era molto più mirabile di tutto quello che Brentano stesso diceva; quel che egli avrebbe potuto dire veniva espresso nel modo in cui muoveva le braccia e le mani quando parlava, in cui teneva il foglio con gli appunti del discorso. Era un modo tutto particolare di muoversi che tendeva sempre a far fluire nel gesto, nel modo di tenere il foglio, qualcosa di importante e nello stesso tempo di indifferente. L’intera filosofia si esprimeva in questo gesto che, in un’ora di conferenza, assumeva le forme più svariate.
Franz Brentano è noto per aver fondato una psicologia in cui diverge da tutti gli altri psicologi, da Spencer, da Stuart Mill e da altri per il fatto di non aver annoverato la volontà tra le categorie psicologiche. Ora io conosco tutte le dimostrazioni e trattazioni che Franz Brentano fece a proposito di questa teoria. Nessuna agisce su di me in modo tanto convincente quanto il modo in cui egli teneva in mano il foglio; nel momento in cui faceva il gesto con la mano, con il braccio, la volontà scompariva da tutte le sue argomentazioni filosofiche e, mentre svaniva la volontà, il sentimento e l’idea si dispiegavano in maniera potente. Questa preponderanza dell’idea e del sentimento e lo svanire della volontà erano insiti in ogni movimento che faceva con la mano. Così, se scrivessi un articolo su di lui, lo dovrei intitolare: “La filosofia di Franz Brentano quale si manifestava nel movimento, nell’intero gesto”.
Rudolf Steiner, Euritmia una presentazione – O.O. 279 – Ed. Antroposofica, Milano
Gli dei crearono l’essere umano
donandogli la postura eretta
così da poter accogliere la forza
di parlare, di distinguere, di agire
affinché l’anima vivente compenetri il corpo
con vita, sentimento e coscienza.
Gli fu donato l’abito della bellezza,
la sorgente della ragione,
la forza dell’azione,
ed esso stava al centro del creato
quale sua creatura,
mandato sulla terra
scese nel mondo degli elementi,
e la forza del suo io lo compenetrò,
come un lampo.
Lea van der Pals
Durante la settimana di aggiornamento ad Oriago, alla fine di giugno, l’AIE ha concluso il percorso triennale sull’euritmia pedagogica dalla III all’VIII.
Sono stati consegnati 15 diplomi da Donat Südhof, docente responsabile, e da Maria Enrica Torcianti, presidente di AIE.
Per la chiusura della settimana le euritmisti e gli euritmisti partecipanti hanno rappresentato la fiaba I sette corvi dei fratelli Grimm, con la regia di Elisabetta Fusconi, un Impromptu di Schubert e un Ragtime suonati da Stefania Visentin.
Il percorso di formazione sull’euritmia pedagogica si rivolge a euritmisti attivi nelle scuole Waldorf in Italia, proponendosi questi obiettivi:
– Insegnamento di:
– Elaborazione concettuale della presentazione e della motivazione dell’insegnamento dell’euritmia nelle scuole Waldorf
– Potenziamento dello scambio reciproco e della collaborazione delle euritmiste in loco
– Costituzione di una rete per l’organizzazione/attuazione di approfondimenti e aggiornamenti futuri all’interno dell’AIE.
Il corso prevede circa sei incontri di approfondimento di 2-3 giorni ciascuno, suddivisi nell’arco di tre anni. Il lavoro si svolge attraverso conferenze e colloqui, l’elaborazione e riflessione in comune di esercizi per la preparazione meditativa delle lezioni e la presentazione metodico-didattica di contenuti per le lezioni.
Ogni incontro è dedicato a una singola classe, di volta in volta con i seguenti contenuti:
La conclusione del ciclo triennale, con la consegna dei primi diplomi, è la conferma di una strada intrapresa anni fa e un sostegno per proseguirla.
Danza, pittura, disegno, musica, poesia… sono arti e talenti che tutti conoscono. Ben diverso è il caso dell’euritmia, arte giovane, ancora poco nota. Eppure tutte le racchiude in sé, rende visibili pensieri e musiche, li porta in forme e movimenti…
Rudolf Steiner sviluppò le prime basi dell’euritmia all’inizio del XX secolo. Sulla base della sua concezione di uomo, trasformò la figura umana e la sua inesauribile capacità di movimento in uno strumento di rappresentazione. Attraverso l’euritmia le leggi del linguaggio e della musica vengono tradotte in movimenti visibili.